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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0263
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d i Citerà,

rnente la cagione siaai noi: picciole colpe
de’ nostri amanti, che ne couvien perdo-
nare a noi medesime .

Quella nazione, che non sa nè servire
nè esser iibera, e che è sempre agitata,
come il Mare che la circonda, qual vero
diletto può ellagustare, se il euore in ciò_,
ch’ella chiama piaceri, rion ha roai parte
alcuna: e qual vero diletto gustar possono
cjuegli raffìnatori oltramontani, vittime del-
la fantasia, se da quella rea passione è ad
ogni insfante tormentato il loro cuore, che
entro ad ogni dolce mesce gli amari suoi,
e per cui sembianza e forma d’odio viene
a prenclere Amore? Per noi, nati in seno
deila pulitezza e cìelia ragione, amore è un
dilicato commercio delie anime, mediante
la gentilezza clello spirito e della persona,
una riproduzion continua di desicierj e di
piaceri.

I nostri diletti non vengono mai raggiun-
ti dalia sazietà, mercè deiìa sincerità nostra
nel dichiarare, tanto il termine ciel nostro
amore, quanto ii principio. Già non pos~
sono ne’petti de’mortali allignar eterue le
passioni j e tanto manco è durevole, quan-

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