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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0293
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D X ClTERA. 285

bene al contrario latuastella. Quanti non
sono in Europa, che il Sultano pongono
in cielo, signor despotico anche nello sta-
to araoroso? Dinanzi a lui stassi il fiore del-
le belle donne d’oriente, guardando tutta-
via sott’occhio la severa faccia sua, se pur
ridente si volga ad alcuna di esse,* tacitur-
ne corne la notte, e a un minimo suo cen-
no pronte corne la luce. Felice lo predica-
no, come colui che nulla ha da invidiare
quel dio che la vide, vista la desiderò, e
desideratala ne fu signore. Ma invero in-
felice, a cui niuno impedimento inacutisce
i desiderj; che non ha mai gustato la dol-
ce amarezza di Venere; che non sa cosa
sia vero piacere preparato a grado a grado
da mille industrie, e che rendono tanto
più saporito i contrasti e le pene .

A cui non è noto, corae non basta vin-
cere, ma conviene ancora sapere usar del~
la vittoria? Non pretendere tu, o bella don-
na, che Famator tuo dehba tenere unica-
mente gli occhi rivolti a tesola, e sia cie-
co per tutte le altre. Tirsi vegga l’umor
bizzarro di Mirtale, l’affettazione di CorF
sca; e troverà più amabile la sua Caritea*

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