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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0333
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SteFANO pALLAVlCINI. '02.0-
le sta tutta in tai finezza di locuzione, che
quasi liquore dilicatissimo, troppo facilmen-
te svapora, se’l vuoi mescer d’uno in al-
tro vaso. Senza che le ode sono per lo più
intorno a soggetti più generali, e cavano-
i loro esempj dalla storia e clalla favola,
che pur sono fonti comuni a tutte le an-
zioni. Le satire e le pistole all’incontro al-
ludendo, come sanno, a cose particolari,
e ricevendo volentieri maniere tolte di mez-
zo alla conversazione, pare che s’abbia a
trovarle assai meno arrendevoli deile ocle
a spogliare le forrne antiche, e a pigliarne
di nuove.

JNTè contento il Pallavicini di avere a su-
perare simili difsicoltà, volle altresi andare
incontro a quella, che pur è grandissima,
della rima: ancorachè per cansarla egli aves-
se a un bisogno s autorità del Ghiabrera,
che ne’suoi sermoni si servi del verso sen-
za riina. Con tutto questo è mirabile a ve-
clere, come egli abbia espresso moltissimi
luoghi di Orazio con santa feìicità, che pa-
jono piuttosto ssuire dalla propria sua vena
che derivati dall’altrui: come egli ne abbia
ingentilito parecchj altri, voltando onesta-

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raen-
 
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