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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0065
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D I V E R S I . 5y

sofia antica; essi, che si creclevano altret-
tante batterie contro di quella.

II gusto non si potrebbe egli definire il
risultato della dottrina delle proporzioni nel-
la geometria dello spirito?

La donna non pone tanto studio nel ve-
stirsi, se non perchè I’uomo viemegiio de-
sideri di vederla spogiiata.

II Bernini non era già uomo di sacile
contentatura, benchè tanto abbia operato.
Piiferisce il Sandrart, come mostrò a lui
medesimo in Roma sino a ventidue model-
li di cera; che avea fatti. per il s. Longi-
110: e suo sigliuolo racconta, come passan-
do un giorno per piazza Navona tirò le cor-
tine della carrozza, per non vedere un’ope-
ra, a veder la quale si accorre da ogni par-
te diEuropa. Quantunque nella osservazio-
ne delle buone regole non fosse cos'i esat-
to, come gli arteflci che lo aveano prece-
duto, non diede nai nelle licenziosità di
alcuni de’suoi coetanei. E bello è il mot-
to ch’e’disse in proposito del Borromini:
ch’era meglio essere un cattivo cattolico,
che un buon eretico. Come Giulio Cesare
e il Neutono, si mostrò grande sino dall’

età
 
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