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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0116
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lo8 P E N S I E R t

fatto di acquistare la cannella di Guido ; a
un poeta non tocca il cul Ia caraicia, se-
condo l’ espressione del Boccaccio, se può
in Aiquà sedere sulla seggiola del Petrar-
ca ; e un matematico svenirebhe dal piace-
re se arrivasse a toccare quella famosa ea-
lamita, che iINeutono ìasciò per testamen-
to al Maclaurin, e che passata dipoi nelle
inani del Maupertuis fu da questi legata in
morendo alPamico suo la-Condamine,

II Petrarca lasciò per testamento a Fran-
cesco da Carrara signor di Padova un qua-
dro di man di Giotto dentroyi una nostra
Donna, cujuspulchritudinem, dic’egli, igiio-
rantes non intelligunt, magistri autem artis
stupent. Non ci sarebb’egli gran motivo di
credere, che la bellezza di quel quadro te-
nuto in tanta venerazione da quel gran poe-
ta fosse stata soltanto relativaj voglio dire,
eh' e’ sosse mirabile per li maestri di quei
tempo, e stato non fosse altrimenti cosa
tanto maravigliosa per i dilettanti del no-
stro tempo, i q.uaii hanno negli ocehi le
tavole di Rafsaelio e diTiziano? Di ciò mi
è argomento quel dire del Petrarca, cujus
jnilchritudinem. ignorantes non intelligant ;

quan-
 
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