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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0158
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i5o Pensieri

tie clie affl iggono il genere umano; 1’oppio
contro a dolori, contro alle febbri intermit-
tenti la china, e il mercurio contro il mor-
bo americano. I lattovari gli sciloppi le con-
fezioni de’Galenici erano di grande giova-
mento agli speziali, e le tanto decantate
virtù de’semplici non sono che per li sein-
plici.

Riunire cose in un sentimento il più che
si possa lontane, rallegrar la espressione con
una graziosa antitesi, e rileyare in che che
sia quello che vi ha di maraviglioso, in ciò
consistono, se non erro, le qualità princi-
pali dello spirito de’Francesi. Di una simi-
le tempra è lo spirito di Ovidioj talnrente
clie pare, che di tutti gli antichi poeti egli
fosse quello che meno degli altri avrebbe
1’aria forestiera alle Tuillerie ed a Yersa-
glia: tanto più, che oltre alle sopraddette
qualità regna nello stile di Ovidio un cor-
tigianesco ed una galanteria, quali appunto
convenivano a’ tempi di Augusto, e quali
non si disdirebbero a quelli di Luigi XIV.
Sono il cortigianesco e la galanteria quasi
clue belle maschere, una dell’amicizia 1’al-
tra deli’amore, che gli uomini sono allora

inas,-
 
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