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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0168
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ì6o PensiéHi

cosa giudlzj disferentissimi ? Tra'quali rmo
de’più illustri è Ja contrarietà' di opinione
tra Ciceroiae e Plutarco su quel famoso det-
to del Timeo: clre non è maraviglia cho
ardesse il tenipio di Diana in Eseso la not-
te clie nacque Alessandro, poichè quella
medesima notte Ja Dea se n’ era ita in per-
sona ad assistere al parto di Olimpia. Plutar-
co condanna quel motto come freddissimo;
Cicerone lo approva come faceto. Chi vor-
rebbe seder giudice tra un Cicerone e tin
PJutarco, e quasi ex trìpode pronunziare,
qual de’due abbia la ragione dalla sua? niu-
no certamente vorrà esser ardito di tanto.
Ma l’ardire sarebbe egli così grande e ri-
prensibile acercare, donde venisse tal con-
trarietà di opinioni? Piutarco pieno da capo
a piedi di iilosofia non guardò in quel mot-
to che la sconvenevolezza dello acconmna-
re una dea di così grande importanza e di
così alto asfare, quale si era Diana, con
tina semplice mortale come Olimpia: ed an-
che la sconvenevolezza molto maggiore del
trasformare una così fatta dea in una fem-
minuccia, il cui usfìzio sia starsene a casa
a diyisar del filatoj per non piaidare della

ir-
 
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