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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0169
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BIVERSI. lGl

irreligione clie è in cjuel irjotfco, che dovet-
te scandalizzare il religioso Plutarco. Ma
ciò che dovea dispiacere a Plutarco e farlo
storcere, non dovea egli appunto piacere e
andare a sangue a Cicerone? Egli era bell.’
umore di sua natura e uomo piacevole, e
volentieri scherzava sulla credenza de’tem-
pi suoi ; del che ne fa bastante fede quel
celebre detto da lui riferito dell’aruspice
che si scontra in un altro aruspice. A lui
dunque dovette piacere il motto di Timeo
per la sconvenevoiezza raedesima. E quale
altra cosa, se non è la sconvenevolezza, ne
muove a ridere nella Sccchia rapita, nella
Batromiomachia, nello eroico burlesco, il
quale dà il contegno e i sentimenti di. Achil-
le a un ranoccbio o a un conte di Cula-
gna? Nè il Consolo di Pioma fu il solo nell’
antichità, a cui non dispiacessero i motti,
che mordessero la religione. II popolo ve-
deva bene spesso sulle scene gli dei delP
Olimpo; vedeya Mercurio far da Brighella,
Giove da don Giovanni, e rideva alle spe-
se della loro divinità. Quaì parola non è
quella cbe Aristofane mette in bocca al me-
desimo Mercurio, il quale dopo fatti i suoi
To: VII. L assari
 
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