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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0174
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ì66 Pensiehi

ci presero da loro quella voce, come gli
Spagnuoìi ìie presero moltissime clagli Ara-
bi, co’quali furono per lungo tempo mesco-
lati : ochalla, per esempio, voglia Iddio,
che corrisponde al nostro viagari. Gihel è
voce anch’elia arabica, che significa mon-
tagnaj e così i Saraceni chiamarono 1 ' Et-
na , quasi la montagna per antonomasia,
quando furono in Sicilia: cosicchè poi quan-
do diciamo il Mongibello venghiamo a dire
montagna montagna. Alambicco, ahnanac-
co e molti altri similiche incominciano
jier al, sono nomi arabici anch’essi; i qua-
li mostrano, che da quella gente ci fu tras-
messa l’astronomia e la chimica, clel che
fanno fede molte altre loro voci usate da
noi in quelle scienze. Così tarisfa e ammi-
raglio, in segno che tra noi fecero anche
rivivere il commercio e la navigazione. La
voce arazzi dice abbastanza che queila bel-
la manifattura viene dalla città di Arras;
come indiana dall’Indie, scoto. cìalla Scozia,
rensa da Ivheims, cambra da Cambray, da-
maschini daDamasco, marocchini clalla cit*
tà di Marocco, i quali in Ispagna sono det-
ti cordovani, perchè da Marocco fu trasfe-

rita
 
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