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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0197
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èìisse un altro ; che non so qnal sosse più
savio o ingegnoso. Coloro in sornraa che
sanno meglio una cosa, è ben ragione che
meglio clegli altri ne parlino ancora e ne
scrivano. Nessuno ha meglio scritto di pit-
tura che il Yasari, il quale era pittore di
professione . Annibal Caro, con cui avea con-
ferito la opera sua, lo loda moltissimo per
la chiarezza clello stile, per la proprietà, per
aver saputo in poche parole stringere mol-
te cose, per non mettere il verbo in ulti-
mo, per aver fuggito ogni pedanteria ecl af-
fettazione tanto comune a c|uella sua età.
Potea lodarlo altresì per la vivacità dcl!a es-
pressione, e per l’ uso di certe metasore e
similitudini, che presentare non si sogliono
se non alla mente cli coloro, che sono pa-
droni della materia che trattano, e con es-
sa conversano, come si esprimon gl Ingle-
si. Per esempio, là dove dice, che i di sot-
to in su ben fatti bucano le volte, che il
colore troppo acceso ofsende il disegno, lo
abbacinato smorto ahbagliato e troppo dol-
ce pare nna cosa spenta vecchia e afsumica-
ta . Gl’ignudi clegli antichi pittori, dic’egli,
ancora non erano ricerchi con muscoli, coxì
 
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