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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0200
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rlQ2 P E N S I E ll I

il quale ha maneggiato la sesta e la squa^
dra buona parte della vita sua, possa a urs
bisogno ben servirsi della penna ; e crede
sopra tutto, che una voce non pretta tosca»
na,'(e nelle scritture del Palladio se ne tro*
vano talvolta di eosi fatte) basti a disono-*
rare un libro, e a farlo riporre con gli anna-
li di Volusio, a cui diede Catulio quel co-
si sudicio aggiunto clie ancora pute .

Racconta il Condivi nella vita di Miche-
lagnolo, come spedito a Carrara per cavar-
ne dei marmi, gii venne in animo di fare
su quei monti un colosso, che da iungi ap-
parisse a’naviganti ; del che ve ne trovò qual-
che abbozzo, essendo venuto agli antichi un
simile pensiero; e molto doleasi non aver-

10 fatto. Dovrebbono anche dolersene i na-
viganti, se di cosi fatte cose sapessero do-
lersi. Qual vista non è da credere avrebbe
reso da lungi un cosi fatto colosso, simile
alle benedizioni di quel Vescovo del Tas-
soni.

Che pigliavano un miglio di paese ?

11 farnoso s. Carlo delle isole Borromee, i!
cui naso contiene un cosi gran numero di

botti
 
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