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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0215
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D I V E R S 3. 207

va, clie gli ei'a avviso ui ber dell’acqua quan“
do leggeva de’versi francesi.

Ci sono stati de/bravi facitori di pastic-
cj in poesia come in pittura. Sigonio ha
fatto il iibro cle Consoladone, che si era per-
duto, di Cicerone, sino a tanto che Giu-
sto Lipsio riconobbe la contrasfazione. L5
abate Regnier contrafsece una canzone del
Petrarca, come se si fosse trovata tra la pol-
vere de’vecchj manoscritti, e la fece cre-
dere di quelsantico poeta all’istessa acca»
demia della Crusca. Niente di più bello di
qtxel frammento di Trabea contrafsatto dal
Mureto, e che Giosesfo Scaligero citò nel
suo commento sopra Varrone , come un
frammento del medesimo Trabea trovato in
un antico manoscritto :

Here si querelis, ejulatu, flelibus
Medicina fieret rniseriis mortaliuin,

Auro parandae lacrimae contra forent.
Nunc haec ad minuenda mala non magis
'valent,

Quam naenia praeficae ad excitandos mor~
tuos.

Res turbidce consilium, non fletum expetunt.

II
 
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