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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0221
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D I V E K S T. Si'%

clie quei moderni che hanno cangiato l’or-
dine di Euclide componendo a parte un li-
bro de’triangoli, un altro de’circoli, ecce-
tera, non lo hanno punto inteso ; anzi lo
hanno del tutto sformato e guasto, non al-
trimenti che si farehbe d’un chipù peruvia-
no, chi mettesfe insienre i varj colori che
lo formano, e gli danno un particolare in-
tendimento. E il Neutono era solito dire,
che conveniva studiare Euelide in Euclide
medesimo .

Egli è assai maraviglioso, come in certe
pratiche che hanno per fondamento la scien-
za delie cose hsiche gli antichi fossero egual-
mente esatti, e talvolta più esatti di noi,
che abbiamo in tali materie molto piri aju-
ti ch’essi avere non potevano. Delle jnisu-
re itinerarie dei Romani si yalse con gran.
profitto monsieur de 1’Isle per la costruzio-
ne delle mappe geografiche, e quasi che al
pari delie moderne osservazioni astronomi-
che le mette in cielo. La lat^tudine di Ro-
ma, quale fu in questi uitimi tempi deh-
nita da monsignor Bianchinir smentisce 1©
latitudini di quella città dateci prima da aì-
tri moderni astronomi; ed è la stessa aun
O 3 pun-
 
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