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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0225
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DIVER.SI. 2l<7

to dire, che si pentiva di non aver posto
bastante studio negli Apollonj e negli' Ar-
chimedi, egli che alla geometria aperse \e>
vie dell’inHnito. Nella metafisica poi che
allro sono i nostri sistemi, a giudizio de’
meglio veggenti, se non se scambietti di
parole , co’ quali vengono a riprodursi in
iscena come nuove le vecchie sentenze ? In
somma, nelle cose che dipendono princi-
palmente dall’ingegno, è forza dar vinta la
causa agli antichi, e massiinamente a’Gre-
ci, nazione di spirito acutissimo posta sot-
to clirna felice e distrihuita in istati liberi
e rivali, ne’ quali la eccellenza nelle cose
d’ ingegno guidava alle ricchezze all’ onore
alla signoria. In quelle cose poi che dipen-
dono per la maggior parte da uria serie lun-
ghissima di osservazioni, noi siam venuti
senza dubbio acquistando più cognizioni de-
gli antichi; mediante le quali si è condot-
ta a tanto maggiore perfezione in ogni suo
raino la scienza fisica. In questo riguardo
i secoii ultimi saranno i primi: e un Neu-
tono può correr risico di avere un giorno
de’compagni tra’filososi; dove un Omero sa-
rà sempre ii re degii scriitori.

Mer-
 
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