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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0250
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s42 Pensieri

fo recherebbe gli scrupoli sino a quel se-
gno, che gli recavano una volta i cicisbei
colle lor dame, o i medici con gli amma*
lati. La disinvoltura e la ragionevolezza del
secolo ha liberato di molte seccaggini la ga-
lanteria e la medicina : e si vogliono ora
forse far entrare nella iilosofia, perchè le
inutilità e i pregiudizj non iscemin mai,
anzi ve n'abbia sempre nel mondo la me-
desima dose .

Non mancano esempj, che provano, quan-
to uno sia cattivo giudice delle proprie sue
opere. E tra essi non tiene certamente V
ultimo luogo la opinione del Tasso, che
metteva la sua Gerusalemme conquistata
rnolto al di sopra della Gerusalemme libe-
rata; nè la opinione di queli’illustre suo
confratello il Miltono, il quale al Paracliso
perduto preferiva il Paradiso riconquistato.

Gli uomini di spirito godono il privilegio
di veder le cose anticipatamente, hanno in
certa maniera il dono della profezia. Gii
sciocchi, a'quali riesce nuovo ogni cosa, go-
dono ad ogni istante il piacere che va in
compagnia col mirabile.

Qmero Ennio e Dante precedettero Ero-

doto.
 
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