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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0256
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^4® Pénsieri

mandarini, come è forse necessario alla Ci*
na, dove pare che l’ingegno dell’uomo sia
meno svegliato. Senza di che, la dose di
libertà, che entra in molti de’governi euro-
pei, porta uaturalmente ogni nomo tra noi
a cercare le vere cagioni de’fatti stoi'ici, e
a pubblicarle, potendolo fare senza perico-
lo, massimamente in Inghilterra, dove cor-
rono sempre i ternpi felici diTrajano; lad-
dove alla Cina, dove è in seggio il despo-
tismo, niuno ardirebbe di dire d vero, se
il governo, o per un certo riguardo al ben
pubblieo o per altr o rnotivo che sia, non
avesse conceduto i! privilegio di dirlo a un
tribuuale, dinanzi a cui soao citati i mor-
ti imperadori E co-i quello, che a prima
vista pare es'.ere alla C aa l’ultimo periodo
cli perfezione a cui possa essere recata la
legislaz.oue, uon è altio che un correttiyo
della legisiazione medesima ; èunpo’di Iral-
samo delia Mecca, che si ia prendere gior-
nalmente ad un tisico .

Ninon de EEnclos delinì alla regina di
Svezia les prudes le mononeste ie Gianse-
jìiste delt amore. Che non potremmo uoi
dire i moderm nostri petrarchisti, privi di

ogui
 
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