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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0283
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jÒÈLL5 EnEIDE DEL GaRO .

JYos juvenem exanimum, et nil jam ccele■»
stibus uìiis

Debentern, vano mcesti comitamur honore,

che il Caro traduce :

Giovine di già morto, e di già nulla
Pià tenuto a' Celesti,

e che avrebbe dovuto tradurre ponendo ixi
vece soggetto; il che avria moìto meglio po-
sto iir chiaro quel punto di pagana teolo-
gia accennalo qui da Virgilio, che i morti
non più a Giove nè agli superni Dei sog-
getti fossero, ma bensì agl’insernali.

Ma taxxta indulgenza v:erso il Caro non
potrassG cred’io, usare in un altro lxxogo
di qtiesta stessa parìata di Enea sul corpo
di Pallante, in cui troppo mauifesta è la
lesion della sentenza .

Tene, inquit, miserande puer, cumlcetave*
niret

Invidit fortuna mihi? ne regna videres
Nostra, ncque ad sedcs victor veherere pa-
ternas ?

dice Enea presso Yirgilio- e presso il Caro
S 2, . . O mi-
 
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