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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0306
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398 Lettere sulla traduz-

il quale è voltato dal Caro a questa m&*

niera :

Giunsele a punto, ove divelta e nuda
Era la poppa; e di virgineo sangue,

Non già di latte, sitibonclci scese ec.

Ma chi potrebbe mai, caro il mio Ermo-
gene, perdonare al Caro di aver con si fat-
te freddure guastato un de’più bei luoghi
di Yirgiiio, un de’più bei squarcj di poe-
sia, degno in vero del cedro eterno e del-
la pomice diParnasso, voglio dir la morte
di Didone ?

Sed moriamur, ait; sic sic juvat ire sub
umbras .

Hauriat hunc oculis ignem crudelis ab alto
Dardanus, et nostrae secum ferat omina
mortis .

.cosl cosi mi giova

Girne tra T ombre inferne : e poiche'i crudo
JSlentre meco era, il mio foco non vide ;

T eggalo da lontano, e 7 tristo augurio
De la mia tnorte almen seco ne porti.

Di quante inezie il foco d’amore ha fat-
ÈO tnai dire a’poeti (ch’egli è stato pur sem-

pre
 
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