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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0310
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3oa Lett£Re sulla traduz-

incontransi nel Caro, ne' quali egli snerva
Virgilio, diluendo in parecchj versi italia-
ni quello che nell’originale compatto è in
un verso solo, o in poche latine parole.

Non hano già questi luoghi, se a Dio
piace, ad ammetter soggetti alcuna di quel-
le difese, che derivar soglionsi dalla diffe-
renza delle lingue. L’unaè, non v’ha dub-
bio, delFaltra più concisa per indole sua
propria, o per costituzione ; onde talora nel-
le versioni avviene, che la prolissità sia col-
pa più tosto della lingua, in cui si tradu-
ce, che del traduttore stesso. Le moderne
lingue, e Fitaliana fra queste ( lasciamo sta-
re la pienezza delFesametro di tanto mag-
giore alla tenuità del nostro endecasillabo )
hanno di necessità gli articoli i pronomi i
verbi ausiliarj in grandissima copia, ed al-
tre sì fatte reliquie di barbarie, che più
prolisse le costituiscono della greca, e del-
la trionfal lingua de’Roinani. Fiano adun-
que scelti non già que’luoghi del Caro, do-
ve egli per si fatte ragioni dee necessaria-
mente esser inen conciso di Virgilio, clF
egli dee esserlo per tutto ; ma quelli ove
gli è piaciuto passare a bello studio per la

tra-
 
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