Lettere so?ua
192
AL MEDESIMO
A PAEIGI,
Bologna 21. giugno 1761.
Neela miaìettera scrittale giorni sono io
non le toccai punto della corsa che cli Ro-
magna io diedi a Firenze il passato raese
di giugno : e ciò per non aliungare di trop-
po una lettera, ch’era forse soverchiamen-
te lunga» Ora io le dirò, ehe invitato dal-
la vicinanza non potei fare a meno di non
superar Falpi, e di non andare a rivedere
la Venere} la Madonna della seggiola, le
porte del Battisle.ro, il crepuscolo, e le ai-
tre cose helie che nobilitano quella cittàr
che è veramente il fìore d’Itaìia. Una co-
sa, ch’entrato in Firenze mi corse subitO'
all’animo, fu di considerare con molta at-
terrzione le pitture del Frate. Una grande
opinione lio avuto io sempre cli quel valen-
tuomo, maggiore assai di queila che ne ha
Funiversaie. Dalle poche eose, che del suo
io avea altre volte veduto aFirenze_, parea-
mi
192
AL MEDESIMO
A PAEIGI,
Bologna 21. giugno 1761.
Neela miaìettera scrittale giorni sono io
non le toccai punto della corsa che cli Ro-
magna io diedi a Firenze il passato raese
di giugno : e ciò per non aliungare di trop-
po una lettera, ch’era forse soverchiamen-
te lunga» Ora io le dirò, ehe invitato dal-
la vicinanza non potei fare a meno di non
superar Falpi, e di non andare a rivedere
la Venere} la Madonna della seggiola, le
porte del Battisle.ro, il crepuscolo, e le ai-
tre cose helie che nobilitano quella cittàr
che è veramente il fìore d’Itaìia. Una co-
sa, ch’entrato in Firenze mi corse subitO'
all’animo, fu di considerare con molta at-
terrzione le pitture del Frate. Una grande
opinione lio avuto io sempre cli quel valen-
tuomo, maggiore assai di queila che ne ha
Funiversaie. Dalle poche eose, che del suo
io avea altre volte veduto aFirenze_, parea-
mi