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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0265
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l’ Architetttjra.
differenza le fa parere eguali all’ occhio ;
che è ciò che volle Domenico. Nè già egli
si attentò, onde le metope tornàssero per-
fettamente quadre, di dare al fregio mag-
gior altezza ; che avrebbe ofsesó l’ occhio
di troppo. E così egli crescendo da un la-
to, e togliendo alcun poco dali’ altro, cre-
dette di avere sciolto il problema. Ma fat-
to è, ch’ei lo sciolse nón geómetricamen-
te, ma per approssìmazione. Ora io dubi-
terei, che un qualche simil ripiego usato
non abbia il Sansovino : tanto più che le
eolonne del suo dorico non sono tanto svel-
te; ma bene il fregio è anch’esso, se ben
mi sovviene, alto di troppo. E in tal ca-
so niente più sarebbe da stimarsi, per aver
fatto le metope e^uali , ed anche di un
perfetto qùadro, èh’ egli è da stimarsi per
aver aggiunto al pilastro quella sua aletta,
onde la metopa angolare venga a voltar©
giusto per la metà. Come ella ha dotta-
mente rilevato nella vita di lui quel mise-
ro suo artifìzio, ond’egli tanto si pregiavaj
così ella rilevarne potrà qualche altro si-
mile da lui adoperato, per la fìgura delle
metope istesse : e ciò assai agevolmente,

To: VIII. R
 
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