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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0309
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l* Archite/tijra. Sbì'

pietre che si dicon vive, o siano iriarmi,
si cavano dure dalla petraja, ed altre lene-
re e molli, che tenute all'aria e col tem-
po induriscono. Tale, se non erro, è la
pietra di Costozza, e quella con cuì è fab-
bricato quasi tuttoParigi. E questa non in-
durisce poi tanto , che dentro alle porosità
sue non riceva le sementi di una certa pian-
ta, che a guisa di muffa la ricopre tutta*
e i’annerisce coì tempo. Taichè conviene
di quando in quando grattugiar gli ediiicj,
chi vuole ch’e’racquistino una certa appa-
renza .

Dalla qualità del colore delle vene e del-
le macchie, dal suono e daiia sordità del-
le pietre, vogiiono che si possa far ragio-
ne del riuscir esse piii o meno trattabili,
doll’esser piu o meno durevoii. Yogliono
per esempio , che quelle che battute suo-
nano meglio sieno più serrate che le sor-
de, che sieno meno crude quelle che han-
no manco vene, più aspre quelle che han-
no de’punti che lustrano, che ogni pietra
bianca sia più tenera che la rossigna, Ia
trasparente più trattabile che la scura : co-
se tutte che per via di sensate esperienze,

con-
 
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