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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0354
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346 Letterè sopra

ra pensa il più dotto pittore della presen»
te età, che ha studiato Farte secondo i ve-
ri principj, di cui io già vidi nella galle-
ria di Dresda de’maravigliosi ritratti, e che
è ora a’servigi della corona diSpagnaj vo-
glio dire Anton Rasfaello Mengs, già come
un altro Pussino domiciliatosi tra noi. Dell’
antichità si mostra in ogni parte ii signor
Webb divotissimo, ed a ragione. Qual è
l’uomo di fino giudizio e di gusto eìegan-
te , che non sia rapito alle divine opere dei
Greci? Ma non per questo , pare a ine , vor-
remo noi meno sentire la eccellenza e la
virtù di un Rafsaello : tanto più, che non
ci sono tavole di antichi pittori da parago-
nar colle sue . Mi sembra che il mettere
in campo dinanzi alla Madonna della Seg-
giola la venustà di Apelle, o dinanzi alla
scuola di Acene la espressione di Timante,
sarebbe lo stesso, che se altri avendo sot-
to gli ccchi un arringa di Pitt, in cui Io
sente fulgarare tonare penniscere Britan-
niam, si volesse tormentare il cerveilo col
dire : oh ! saria ben altra cosa chi potesse
leggere un’ arringa di Pericle. In alcuna
cosa mi è sembrato il siguor Webb severo

di
 
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