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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 9): Lettere Varie; Parte 1 — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-9]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28029#0345
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V A R I E ,

nosi albujo? No, dic’egli; e con gran ra-
gione. Sarebbe sorse, che la luce penetran-
do la sostanza dei corpi yi si transformas-
se, come sappiamo far l’aria in un’altra
natura, e attaccandosi alle parti di essi vi
si riunisse a poco a poco in moiecole, e
come in pallottoline ; onde, mutata la tes-
situra dei corpi, non fossero più atti a be-
re il lume esterno, e poi rimandarnelo ?
Da sperienze ch’egli prese con ampolle di
acqua purissima ermeticamente chiuse, e
tenute al sole lunghissimo tempo , non si
potè accorgere di niuna benchè minima
mutazione, che avesse nell’acqua cagiona-
to la luce. Trovate adunque vane e Tuna
e l’altra conghietture, ìasciò la impresa,
quasi disperando della spiegazione del pa-
radosso. Chi dopo un tant’ uomo ardireb-
be tentarla? Yoi me ne date animo e lu-
me . Perchè credete cosi risolutamente , co-
me egli fa, che le cose divengan fosfori
dallo imbeversi della luce esterna ; e non
credere più presto, che lo divengano dal
riscuotere ed isvegliare che fa la luce ester-
na una luce, che le cose racchiudon tut-
te più o meno dentro a sèmedesime? Ciô
To; IX, X mi.
 
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