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Algarotti, Francesco; Algarotti, Francesco [Editor]
Opere Del Conte Algarotti (Band 10) — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-10]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28030#0032
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s4 L E T T E R E

lei, signor Marchese , il quale ha voltato
in cosi bei versi italiani le egloghe del Poe-
ta latino? E ben lo sapea anche Dante, il
quale dice a Yirgilio:

O tu, cii onori ogni scienza ed arte}

e lo chiama in un altro luogo

Quello savio gentil che tutto seppe .

Di qui una nuova confbrmità tra Dante e
Yirgilio è lo stile impregnato di dottrina.
Anche il nostro poeta era in ogni sorta di
scienza versatissimo, che teneva a quel tem-
po : lo che fece dire alla buona inemoria
del Buommattei, che Dante è tanto mag-
giore di Virgilio e diOmero, quanto mag*
giore è il concetto da lui spiegato, quan-
îo più nobile è il cielo delia terra, quan-
to le cose eterne e invisibili delle tempo-
rali e visibili sono più pregiate. Noi dire-
3no, stando dentro a’termini del ragionevo-
le, ch’egli era senza dubbio nelle scienz©
che a’suoi tempi correvano dottissimo; dal
che si viene a formare un nuovo punto,
corae si disse, di paralello tra esso lui ®

Vir-
 
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