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Algarotti, Francesco; Algarotti, Francesco [Hrsg.]
Opere Del Conte Algarotti (Band 10) — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-10]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28030#0039
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V A R T E . 5i

tri s rîescono più puri e più vivi. Ma egli
si piccava di essere tetragono ai coipi del
vero , corae , secondo 1’espressione di Dan-
te, ha da essere il savio ai colpi di fortu-
ùa. Nè l’autorità avea sopra di lui mag-
gior presa, che si avesse la ragione . Um
uomo come l’Ugenio, che avea già reso
una cosi chiara testimonianza ail’ottica dei
Neutono, il consenso delle più celebri ac-
eademie, i’uso che del cannocchiale neu-
toniano facevauo gli astronom.i, tutto cià
non movea punto il Piizzetti. Simili argo-
menti cavati da un’autorità non pregiudi-
cata e cieca , ma ragiouata e veggente , era-
no un nuìla per lui. I quali argomenti per
altro convien confessare, che essere non
sogliono di gran forza appresso i nostri uo-
mini. Chi sa che non ne possa avere un
po’ di colpa lo aver noi chiamato per sr
lungo tempo le nazioni oltramontane col
nome dibarbari? Caso è, che non fa gran-
de impressione nè meno su’nostri medici
rapprovazione di un Boerhaave, la pratica
dei Torti e dei Macope Inglesi per l’inne-
sto del vajolo ; ed ella pur sa quante vit-
îime le sia convenuto sacrificare alla incre-

du-
 
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