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Algarotti, Francesco; Algarotti, Francesco [Hrsg.]
Opere Del Conte Algarotti (Band 10) — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-10]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28030#0144
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l36 L E T T E R E

ammirare la proprietà il frizzante il brio
d elle sue espressioni. Percbè inai, signor
Marchese , ( siami lecito farle una tal do-
inanda) perchè non avere registrato nel li-
bro d’oro della lingua, nel Vocabolario del-
la Crusca un più gran numero di voci e
di maniere tolte dall’uso comune, dal bel
mezzo dell’ordinario parlare? Perchè nori
riconoscere in esso loro quella nobiltà, che
è pure loro propria ; essendo state, ed es-
sendo tuttavia non solo nelie bocche del
popolo più culto d’ltalia, ma nelle bocche
eziandio de’gentiluomini? Benedetto il Da-
vanzati, che tra le frombole d’Arno ha ri-
colto le gioje del parlar horentino, e lega-
tele nell'oro di Tacito.

Sarebbe cosa da un nuovo suo arcicon-
solato , signor Marchese, l’ordinare una ri-
stainpa del Vocabolario fatto secondo que-^
sta idea, ia quale ella col raro suo sapere
saprebbe poi perfezionare, ridurre d’oro in
oro. E perchè non inettere ancora alla te-
sta del Vocabolario un’istoria dell’accade-
mia della Cruscà!, la quale la Italia deside-
ra cotanto, e che sarebbe avidamente let~
ta dal rimanente di Europa ? Già non maa-

. che-
 
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