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Algarotti, Francesco; Algarotti, Francesco [Hrsg.]
Opere Del Conte Algarotti (Band 10) — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-10]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28030#0194
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1 86 L E T T E R E

pori che sono nell’aria, e dalle varie cor-
renti di essi, che sturbano i raggi varia-
mente rifrangendoli , e buttandoli qua e
îà . In fatti egli dice, che ne’giorni delF
estate già avvanzata, quando nella terra che
incomincia a farsi arsiccia non vi è più tan-
to umidore, ed alita meno vapori, que!
tremolio o rnoto osciliatorio, per dargli un
più bel noine, è minore di assai. Varie
cause possono trovarsi insieme a produr que-
sto effetto , come si può scorgere in tanti
consirniii casi. Convien però dire , che una
costante ve neabbia, che domini sopra tut-
te ; poichè e nello avorio e nel legno e in
qualunque sia metallo, poichè di verno e
di estate, nel massiino ardore artifiziale,
o nel massimo congelamento delia iamina
la cosa va sempre di un tenore e di un
passo. Che non vorremo noi ricorrere an-
che qui alla difsrazione? Una ve ne ha,
per cui ie ombre dei capelii posti nel rag-
gio dei sole sono più grandi dei dovere ,
scoperta da prima dal padre Grimaldi com-
pagno di studio dei Riccioli ; e questa si
fa per repuisione : l’altra, per cui i raggi,
che passano rasente ii fiio di un coitello,
 
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