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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 11): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-11]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28089#0170
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ra’immagino, che il pensare di avere un
non so che a partorire ii rendesse tale, ma
partoritolo hnalmente si è rimesso un po-
co, e quello che v’ha di buono si è, che
ha partorito da sè senza bisogno d’alcuna
allevatrice. Adesso è conversevole alquan-»
to . Ha fatto un mondo di visite, per quel-
lo che se ne dice . Noi per altro nol sap*
piamo da lui. Sono stato seco a pranzo dal
senatore Albergati, e domenica fummo dals
Aidrovandi, e v’era ancora ii dottore Eu-
stachio Manfredi , e v’era una beliissima
conversazione. Gli ho detto queilo che voi
mi dite, ed egli l’ha avuto cai’o , e vera-
mente si crede di avere il pulpito di san
Zac«caria. Ha bensì avuto quello di s. Lo-
renzo in Damaso per il 35. , ma si vorreb-
be piuttosto il 36., essendo egli impegna-
to per il 35. col pubblico diPistoja. Egli
m’ha imposto di salutarvi. Così han fatto
Fabri Ghedini Yicini e il gran Manfredi
con quelia sua gentile maniera. II segreta-
rio del vicelegato fa il medesimo . Sapete
voi chi egli è? Egli è l’abate Forni. Ave-
te voi ancora veduta eotesta letteratissima
Bergalli ? Yedetela un poco, se non l’ave-
 
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