L E T T E n É
238
XXVIII.
Bologna 7. genitaja 1744'
10 seppi del vostro male, e me ne dolsi
grandemente, e seppi ancora che molti viag-
gi avevate fatto, anzi dissero di più. che
eravate a Mantova, e che dovevate venire
a Bologna ; ma di queste due ultime cose
parmi c^ie niuna siavera. Sia come si vo-
glia, purchè vera e stabile sia la vostra gua-
rigione, e possiate lungamente vivendo sera-
pre più far risplendere il vostro valore e
11 vostro merito. lo procurerò altresì di vi-
vere quanto io possa per godere deiramor
vostro, che mi è la più soave cosa del mon-
do . Io m’ingegnerò . Voi intanto conserva-
temi questoamore; che io ve ne prego per
l’amore di Dio . Maledette sieno pure Ia
guerra e la peste, e di queste due più ma-
ledetta sia quella, che è principal cagione,
che non possiamo insieme vederci e abbrac-
ciare, e di pittura insieme discorrere e di
poesia; da che oitre l’essere eccellente poe-
ta j
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XXVIII.
Bologna 7. genitaja 1744'
10 seppi del vostro male, e me ne dolsi
grandemente, e seppi ancora che molti viag-
gi avevate fatto, anzi dissero di più. che
eravate a Mantova, e che dovevate venire
a Bologna ; ma di queste due ultime cose
parmi c^ie niuna siavera. Sia come si vo-
glia, purchè vera e stabile sia la vostra gua-
rigione, e possiate lungamente vivendo sera-
pre più far risplendere il vostro valore e
11 vostro merito. lo procurerò altresì di vi-
vere quanto io possa per godere deiramor
vostro, che mi è la più soave cosa del mon-
do . Io m’ingegnerò . Voi intanto conserva-
temi questoamore; che io ve ne prego per
l’amore di Dio . Maledette sieno pure Ia
guerra e la peste, e di queste due più ma-
ledetta sia quella, che è principal cagione,
che non possiamo insieme vederci e abbrac-
ciare, e di pittura insieme discorrere e di
poesia; da che oitre l’essere eccellente poe-
ta j