IjfEÒlTEi 289
so serivervi breve ; ma egli mi pare scriverr»
dovi di parlar con voi, e quando lascio di
scrivervi, mi sembra che io da voi iri’al-
iontàni, il che far non posso senza tanto
mio dispiacere quanto potete credere, aman-
doviio, come fo; che certo non v’ha per-
sona che io ami più. Di qua tutti vi salu-
tano, fuori però Yicini il quale è a Moda-
na, e forse non tornerà più. L’abate Va-
selli è venuto qua, ed è alloggiato in ca-
sa il dottor Gabriello. Alla fin d’agosto si
aspetta ilfrate. Vedete che la pazzia è co-
me le ciance del senatore Segni, voglio di-
zre che non fìnisce mai. Algarottino mio ,
state sano, e crederò di esserlo ancor io.
A1 signor conte Vezzi raccomandatemi, e
al signor abate Conti e alla signora Luisa,
ma più a vostro fratello ed a vostri cogna-
ti e sorelle ed a yoì stesso .
To: XL
T
so serivervi breve ; ma egli mi pare scriverr»
dovi di parlar con voi, e quando lascio di
scrivervi, mi sembra che io da voi iri’al-
iontàni, il che far non posso senza tanto
mio dispiacere quanto potete credere, aman-
doviio, come fo; che certo non v’ha per-
sona che io ami più. Di qua tutti vi salu-
tano, fuori però Yicini il quale è a Moda-
na, e forse non tornerà più. L’abate Va-
selli è venuto qua, ed è alloggiato in ca-
sa il dottor Gabriello. Alla fin d’agosto si
aspetta ilfrate. Vedete che la pazzia è co-
me le ciance del senatore Segni, voglio di-
zre che non fìnisce mai. Algarottino mio ,
state sano, e crederò di esserlo ancor io.
A1 signor conte Vezzi raccomandatemi, e
al signor abate Conti e alla signora Luisa,
ma più a vostro fratello ed a vostri cogna-
ti e sorelle ed a yoì stesso .
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