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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 11): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-11]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28089#0308
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5oo L E T T E n E

lito ; ma se egli lo fosse da v'òi, forse che
acquisterebbe quella vaghezza che non ha.
In quell’altro sonetto vostro : O di selve ec,
che molto è piaciuto a Giàmpietro, voi
avete mutato benissimo ne’ due primi ver-
si l’interjezione o e la particella e. La pa-
rola oceano non so se mai siasi usata da
alcun poeta, se non accorciandola con fa-
re ocean , o facendo lunga la penultirna
sillaba , nel qual caso la e non mangia ìa
a, come in quel verso : L’oceàno gran pa~
dre delle cose. E l’uso è forse nato di
qui, che facendo oceano con la a breve
e di tre sillabe, bisogna fare una elisione
violenta e che ofsende l’orecchio . Tutta-
via se voi avete esempio, valetevene com©
vi piace. Io approvo la mutazione del cre-
tico in siculo ; non così quella del ripose
in trasportò , che nè Tuno, nè 1 altro mi
piace per quella ragione, per cui non pia-
ce a voi . lo direi piuttosto recò, e per
compiere il verso non avrei disfìcoltà di
far reconne. Ben direi poi :

Qui da Cipro reconne i doni suoi
Venere Pasia, tjui Bacco ridente.

Che
 
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