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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 11): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-11]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28089#0348
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0 li E T T E R E

aspetsare clie io mi riinetta alcun poco e
nella poesia e nella latinità,- perchè come
voi sapete, io sono nelle lettere quello che
voi siete su le terre dello stato viniziano,
voglio dire un cavaliere errante che non
mi sono mai ferraato gran tempo in una
parte sola, ma rapito or qua or là, dovun-
que l’ idea del bello mi trasportasse , son
corso e corro per molte facoltà , a guisa
che fanno quelli i quali studiando molto
non imparan nulla. Yedete a che sono io
ora ridutto : rivolgo in volgar lingua per
madaraa l’orazione di Isocrate a Demoni-
co, e per me stesso vo studiando il pane-
girico di Elena ; nel quaìe mi vo metten-
do pure a memoria alcuna voce greca, e
vo insieme osservando inolti e molto belli
artifizj oratorj. La sera poi ho preso a leg-
gere seguitamente gli ultirai sei libri di
Vergilio, che non leggemmo insieme, co-
me vi ricorda, e che io mi son disposto
di voler leggere , mosso dalla lettura, che
accidentahnente feci uno di questi giorni,
dell’ultimo libro , che veramente è più che
divino. É vero che io gli leggo per cagion
di rnadama non in Yergilio stesso, ma nel

Caro ;
 
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