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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 12): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-12]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28090#0102
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94 L E T T E n E

tutto quelìo che ottener poteva . Del dot»
tor Manfredi non ho avuto lettera mai da
che io venni a Venezia ; hen so che egìi
era uscito di Roma andando a Nettuno ;
e che qui per dirvela, non si spera ch’
ei venga se non che Dio sa quando. La
pazzia di molti fa credero che egli sia ne-
cessario a’ Bolognesi in Roma , i quali Bo-
lognesi vogliono tanto spendere in Roma
e in Vienna per questa scioccaggine delle
acque loro, che vogliono inorir di fame
prima di annegarsi ; ma il peggio si è che
Manfredi, il qual solo'val più , che tutto il
senato , vi si sacrihcherà. II signor abate
Martino è qui tuttavia , e va pur oercan-
do di prolungarvi la sua dimora per più
rnesi ; ina egli pure ha da sofsrire ii con-
trasto di alcuni di quei matti che diconsi
savj , i quali così valenti come sono e nel-
la hsica e nella matematica e nella storia
sacra e profana, pure si persuadono che
per essere un dottissimo astronomo, basti
di aVer frequentata per otto giorni la spe-
cula di Bolosjna. Ita sunt homines. Ma
io torno pur sempre alle querele. Ora la-
sciaino il genere umano , cioè i matti; e

ve-
 
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