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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 12): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-12]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28090#0150
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1^2 Lettere

zo , ne temerei e crederei meglio il di-
re : se voi ìor non badate, che il dire :
sc voi non gli badate. Tutta quella parte,
che tocca al muto , piacemi sommamente,
ma non così che più sommamente non mi
piaccia quel dialogo , che siegue , il quale ,
a mio giudizio , è asfatto divino . Gome co-
stuinato ! come giocondo ! come satirico !
corae bello ! come oraziano ! coine vo-
stro ! A quel verso : E che ti vuol levar
dall'osteria vorrei che si aggiungesse qual-
che cosa , il cui sentimento fosse : volen-
do tu stare all' osteria ; che a questo mo-
do parmi che meglio s’intendesse ciò, che
v’ ha di ricìieolo . GIi altri versi mi pajo-
no molto belli fino a quello : Che Firenze
e il contado insiem germoglia, il qual mi
parrebbe anch' esso bellissimo, se io non
avessi non so qual paura di cotesta vostra
Toscana intorno a quel germoglia ; percioc-
chè io temo che questo verbo non mai s’
adopri da’ vostri Toscani in sentimento di
azione , la qual passi dall’agente in altra
cosa ; e che per esempio si dica : la terra
germoglià : le pia/ite germogliano dalla ter-
ra, ma non mai dicasi ; la terra germogìia
 
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