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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 12): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-12]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28090#0198
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190 L E T T E R t

bitazione Cui dono , e un certo vivace ar--
dimento con la subita ed improvvisa risolu-
zione : Corneli, tibi . Aggiunse tosto una
ragione che insieme valeva ad iscusar l’ar-
dimento suo, e insieme a stringer Corne-
lio che l’ofserto libretto volentieri riceves-
se : Namque tu solebas meas esse aliquid
putare nugas ; nè lasciò una circostanza che
inaravigliosamente servendo all’uno e all’al-
tro Jfìne, maravigliosamente poteva adescar
l’ animo di Cornelio e piacergli : Jam tum
cum ausus es unus Italorum ec. Ovidio, che
non è a mio giudizio così fino negli arti-
fìzj come Catullo, non lascia tuttavia chie-
dendo ajuto a Germanico di assalir l’ani-
ino di quel signore con argomenti tratti da
bellissimi luoghi ; che dopo quella preghie-
ra : Excipe pacato , Ccesar Germanice, 'vul-
tu Hoc opus , et timidce dirige navis iter,
aggiunge quel bellissimo : Sacra recognosces
annalibus eruta priscis, e quello ancor più
bello : Invenies illic et festa domestica vo-
bis, e quel sommamente bello : Annue co-
nanti per laudes ire tuorum ec. Che se non
sapessero alquanto di fanciullezza quel: Da
milii te placidum ; dederis in carmina vi-

res ,
 
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