JL E T T E R E
4'ÓZ
IX.
Bologna 16. novembre \rj’òTS;
c
v—ihecco mio dolcissimo , se tu vuoi ch’ió
i’intenda, scrivimi pur italiano , altramen-
te o non ti risponderò, o il farò male a
proposito. Greco poi, certo ,■ gli è lo stes-
so chese arabico , o indiano mi avessi scrit-
to, e così aresti potuto a tuo senno male-
dirmi e bestemmiarmi impunemente, co-
me son persuasa che contro mio inerito
m'abbi commendata. Oi io mi rallegro cho
tra coteste sì venerande antichità meni gior-
ni lietissxmi, e piacendoti esse, mi lascian
luosm a credere che io non ti debba tan-
O
to dispiacere, onde sosfrirò con pace se il
cambio, di ch’io t'avea pregata, non hai
potuto contrattare. Godo delle finezze, ché
ricevi da cotesta nobiltà Jborentina, nè mé
ne meraviglio ; poichè i meriti tuoi hanno
troppo forti attrattive, massime presso ani-
mi sì perfetti conoscitori coine cotesti so*
no c Le commissioni, che mi liai date ora,-
4'ÓZ
IX.
Bologna 16. novembre \rj’òTS;
c
v—ihecco mio dolcissimo , se tu vuoi ch’ió
i’intenda, scrivimi pur italiano , altramen-
te o non ti risponderò, o il farò male a
proposito. Greco poi, certo ,■ gli è lo stes-
so chese arabico , o indiano mi avessi scrit-
to, e così aresti potuto a tuo senno male-
dirmi e bestemmiarmi impunemente, co-
me son persuasa che contro mio inerito
m'abbi commendata. Oi io mi rallegro cho
tra coteste sì venerande antichità meni gior-
ni lietissxmi, e piacendoti esse, mi lascian
luosm a credere che io non ti debba tan-
O
to dispiacere, onde sosfrirò con pace se il
cambio, di ch’io t'avea pregata, non hai
potuto contrattare. Godo delle finezze, ché
ricevi da cotesta nobiltà Jborentina, nè mé
ne meraviglio ; poichè i meriti tuoi hanno
troppo forti attrattive, massime presso ani-
mi sì perfetti conoscitori coine cotesti so*
no c Le commissioni, che mi liai date ora,-