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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 13): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-13]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28091#0423
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I N E D I T E »

nella quale mi aveano immerso alcuni si~
cofanti del passato regno . Ma presentemen-
te coram rege tacentes plus poscente ferunt
e ii caso mio ne fornisce una prova . Ma
tornando al tempo che adesso mi manca,
vi dico che se si conchiuderà una certa ri-
nunzia d’un mio beneficio, che mi obbli-
ga al coro, io spero di poter cianciar con
gli amici ad agio maggiore. Per adesso bi-
sogna rubacchiare alla sfuggita il tempo ,
e fare come fo con voi, cioè aprir la boc-
ca , e senza tanta considerazione cacciar
fuori ciò che viene alla mente . Oh se avrò
tempo, voglio fare un dialogo tra me e Gia-
comelli , e lo voglio talmente conciare ,
che non gli ha mai da venire la tentazio-
ne d'invanirsi delle lodi che gli dànno gli
amici, e di quella principalmente, che voi
gli profondete cosl poco misuratamente. lo
spero che un tal dialogo così coine 1’ ho
concepito abbia a muovere quel genere di
riso chiamato da Omero «cr/?ero? ( sganghe-
rato.) Ma l’ora è tarda e bisogna chiuder
la lettera . Ci riparleremo meglio un'altra
volta. Piesto, sig. conte mio riyeritissimo,
con tutto Possequio.
 
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