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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 14): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-14]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28092#0029
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31

1 N E B I T E .

gentì colserro, ma assoggettate altre spon-
tanee colla saina difsusa di sue virtù . E
quanto alleparole, non veggo com’esse ab-
biano potuto inssuir cotanto a farcene cre-
dere infuscato rencomio, se forse non ci
sedusse la yoce imbellem , ciie per verità
mal s’ accoppia bve parlisi d’ oste nemica
battuta e doma . II guerreggiar contro a
deboli e rimaner vincitore è bensì scarso
fregio, ma qui di ciò non si tratta, e il
verbo avertis non signiflca pugna e scon-
fìtta, ina fuga e dilungamento . Allora avvien
che ne nasca la contrapposizione dell’ine-
gualità, se si confonda i’imbellem col victor,
Hon già se si congiunga coll’ avertis, dal
qual verbo indivisibilmente dipende; essen-
do tutt’altra cosa l’allontanare che il vin-
cere. Se così è, merita non perdono, ma
plauso il fìno giudizio del poeta , che riyol-
ger seppe l’aggiunto imbellem ad onore del
suo eroe ed appropriargliene altro gener©
di non sanguiaolente trionso . Ella sa che
i Ptomani come le deità , così tutti i vizj
delle superate nazioni adottavano , e che
se ìa Grecia ammansò utilmente i suoi
vincitori coti la letteratura, ì’Asia li cor-
B 3 ruppe
 
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