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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 14): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-14]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28092#0226
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318 1» E T T E R E

ma è vero ancora, ch'egli ci entra per ìa
strada delle riflessìoni, non delle sensazio»
ni, ed è una reìiquia di un mondo che
più non esiste. Parrni, ch’egli sia una zer»
bineria dei dotti quel voler far sempre al-
lusione aile cose antichej come egìi è una
pedanteria deì mondo gentile quella tanta
frega delle sogge straniere. Ogni scrittore
dee stare , dirò così, nel suo paese e nel
suo secolo s ed ella può servir d’ esempio
anche in questo ; come fece a’ suoi giorni
ilTasso, il quale mostrò neì suo poema e
ne’suoi discorsi la convenienza del far ma*
teria della nostra poesia le cose nostrali e
moderne . Ma iì più de’ nostri poeti pare
non possano muover passo e formar silìa»
ba, se non hanno rìcorso alle cose greche
o romane . La madre Berecintia , V alrna
figlia di Giove, il domator Tirintio, ed al-
tre sifsatte divinità * che e’nicchiano ne’Io-
ro versi come intempio, fariano quasi cre-
dere , che noi siamo di un’ altra età, e
facciam tuttavia professione di paganesimo.
Ma egli è assai piùi faciìe ripeter queìlo
che hanno detto gli antichi, che invasare
il loro spirito . Queste tali belle parole ?

che
 
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