1 H E D I T E.
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D I
GIUSEPPE PECIS
XXVIII.
Milano 5, mnrzo 1762.
Ho ricevnro, letto, meditato e somma-
mente ammirato il grave , leggiadro e lu-
minoso suo componimento sopra iì com-
mercio . Oh quante belie cose raramenta,
insegna e desidera ella mai alla sua patria I
e quanU ragionevolmente si può mai dire?
che vi sorm ancor de’Romani! Io muojo di
voglia dì darlo a leggere al signor conte
di Firmian s che tanto gusta, ed apprezza
le cose di Y. S. Illustrissima. Ma siccome
non me lo renderebbe, io non. voglio ri»
schiare di perder una così esimia produzio-
ne del suo ingegno r e dell’ampiezza delle
sue cognizioni. L’unico espedimite per pro-
curare all’ Eccellenza Sua il piacere di ve-
der sì belìa cosa, sarebbe ch’ elìa a quaich©
To: XIV. R op-
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GIUSEPPE PECIS
XXVIII.
Milano 5, mnrzo 1762.
Ho ricevnro, letto, meditato e somma-
mente ammirato il grave , leggiadro e lu-
minoso suo componimento sopra iì com-
mercio . Oh quante belie cose raramenta,
insegna e desidera ella mai alla sua patria I
e quanU ragionevolmente si può mai dire?
che vi sorm ancor de’Romani! Io muojo di
voglia dì darlo a leggere al signor conte
di Firmian s che tanto gusta, ed apprezza
le cose di Y. S. Illustrissima. Ma siccome
non me lo renderebbe, io non. voglio ri»
schiare di perder una così esimia produzio-
ne del suo ingegno r e dell’ampiezza delle
sue cognizioni. L’unico espedimite per pro-
curare all’ Eccellenza Sua il piacere di ve-
der sì belìa cosa, sarebbe ch’ elìa a quaich©
To: XIV. R op-