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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 14): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-14]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28092#0373
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Inedite. 365

Clearco clie fu il primo tra’ Greci a com»
porre romanzi, ci si conta il notato nume-
ro d’aani vuoto di romanzatori (1). Da’Gre-
ci e deìi’Jonia e delI’Attica furono, segue
egli a dir , tramandate a’ Sibariti le favole
milesie, e da questi a’Romani. Intorno a
Sibariti s'è già veduta la disfìcoltà, che non
è forse leggiera ; intorno a’Romani le fa-
yole atellane , così dette da Atella città dell’
Etruria, i versi fescennini che conteneva-
no cose oscene , e gli spettacoli che dal-
le città toscane passarono in Roma , po-
tranno mostrare una strada alle congetture
più sicura di quella che ci addita l’Uezio.
Innondarono poscia ì’Europa le nazioni set-
tentrionali. I Saracini portarono i romanzi

nella

(1) Non si sa in qual tempo sia vivuto Ari-
stide. Altro non ne dice Ovidio se non che

Junxit Aristides mìlesia vrimina secum ;

Pulsus Aristides nec tamen urbe sua est.

Sia che si vuole , non iscrisse questi che favole »
e non romanzi . Lo stesso si debbe dir di Si-
senna , come attesta Plutarco , di Virgilio, di
Ovidio, e delle savole saltiche di Lucano .
 
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