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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 14): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-14]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28092#0421
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iNEDi'rs:? 41.3

Che becco han di cornacchia aguzzo é lungo,

Ma il più bello si è, che trovasi talraen-
te innamorato d’ una sì gentile espressione,
che in termini poco dissirnili ìa fa passare
dalle navi de1 Greci alla mente di Giove »
Questo dio nelle poesie di Omero chiama-
si spesso dyxuXopiì'rys, o perchè agita in men-
te consigìi obbliqui, e difsicili a penetrarsi,
o oiyxuXx , xaì crxoXtù /?aXstjogtvos ; o secondo
altri, perchè può agevolrnente consultaro
di cose perplesse , e a trovarsi disfìcili ,
o onpi <rtàv S'vjiupt'rav , xui uxoXiàv eu^tpas <Tv-
vàgtvos fiovktvffucròui.

Dal traduttore si ammette piuttosto Ia
prima interpretazione, ma spiegasi con pa-
roìe sì basse , che resta avvilita ìa maestà
e il decoro del dio di cui si ragiona nei

dire :

». ...... ìl figlio di Satnrno ,

Che uncinata e distorta ave sua ménte.

Ma sembra che il Salvini appostatamen*'
te si prefigga di avvilire con voci basse gli
aggiunti degl’iddii, per altro in sè tanto
mirabili, e che formano, come ogrmn sa,

una
 
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