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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 17): Lettere Francesi — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-17]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28095#0349
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s u l Tjuîjmvihâto . 35g

èçnza yigore, magistrato senz’autorità , ca-
pitano senza riputazioae; di malo umor so-
vente, ma piacevol talora, come colui, che
veggendo come Gesare raccoglieva solo il
frutto delle spese, che avean fatto in co»
mune, si cornparava a Polluce, il cui no-
me non era mai menzionato quando parla-
vasi del tempio, che avea comune col fra-
îello Castore (i).

Maravigliosa cosa è a considerare quanti
îesori esauriva questo magistrato, e coxne
votavansi le più rimote provincie degli ani-
maîi più rari e delle più belle statue, per
renderlo più pomposo e magnifico (2). Sic-

come

(1) Svetonio in. D. Julio, cap. 10. Dion,
lib. XXXVII. pag. 5j, ed. Henr. Steph. i5gz.

(2) C. Claudius, cujus aedilitatem magnifi~
centissimam scimus fuisse, usus est hoc Cupi»
dine tamdiu, dum sorum diis immortalihus
populoque romano hahuit ornatum . In Verr.
lib. VI. 6 ; dove Cicerone parla di un Cupido
di marmo di Prassitele, che Verre avea invo-
lato a C. Hejo, uno de’ principali cittadini dî
Messina.

Omnia signa, tahuîas, ornamentorum rjuod
superfuit in sanis, et communihus locis tota
Y 2•, Grae~
 
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