SUL TriuMVIRATO. 347
gloria del nome romano durante il go-
verno popolare , e ricordavan le violen-
ze, le ingiustizie e gli obbrobrj degli ot-
timati.
Fu loro talmente sensibile questo colpo,
che disse Catulo in senato, non più Ce-
sare col cavar mine sotterra , ma colle
macchine combatter apertamente Ia repub-
blica (1). Infatti si dichiarô egli manife-
stamente allora capo delle parti Mariane,
amando meglio risvegiiare un nome ed una
fazione abbietta ed umile, ma nota al po-
polo ed a lui cara, che crearne una no-
vella e forse odiosa. Nel qual assare imitô
egli saggiamente gli autori delle novelle
sette, che per meglio riuscire, fondano ed
innestano i noveili loro errori su gli an-
tichi, che richiamano a vita, e a’ quali
concilia il ternpo ii sembiante e la rive-
renza della verità.
Ma in quale circospetta maniera non si
fece Cesare capo di fazione in uno stato
libero, rendendo ad un cittadino e ad un
parente gli onori, che il pubblico decreta-
to
(1) Plut. in Cæsare.
gloria del nome romano durante il go-
verno popolare , e ricordavan le violen-
ze, le ingiustizie e gli obbrobrj degli ot-
timati.
Fu loro talmente sensibile questo colpo,
che disse Catulo in senato, non più Ce-
sare col cavar mine sotterra , ma colle
macchine combatter apertamente Ia repub-
blica (1). Infatti si dichiarô egli manife-
stamente allora capo delle parti Mariane,
amando meglio risvegiiare un nome ed una
fazione abbietta ed umile, ma nota al po-
polo ed a lui cara, che crearne una no-
vella e forse odiosa. Nel qual assare imitô
egli saggiamente gli autori delle novelle
sette, che per meglio riuscire, fondano ed
innestano i noveili loro errori su gli an-
tichi, che richiamano a vita, e a’ quali
concilia il ternpo ii sembiante e la rive-
renza della verità.
Ma in quale circospetta maniera non si
fece Cesare capo di fazione in uno stato
libero, rendendo ad un cittadino e ad un
parente gli onori, che il pubblico decreta-
to
(1) Plut. in Cæsare.