S U L TniUMVïItATÔ. 485
&on liberi, nelle quotidiane loro novelle
fo^gie di vestirsi, di abitare, di seder, di
mangiare, di esprimersi e quasi fin di pen-
sare. Queste foggie a noi regolatamente
ogn’ anno inviano, delle quali noi siam co-
si vaghi, come già del belletto e del liscio
il furono le dame romane, cui dalle Gal-
le appresero (i).
Tale essendo la nalura di questi popoli,
non è maraviglia se i tumulti d’ Italia e di
Pioma a novelli moti gll eccitarono, e ad
aperta ribellione.
II pretesto ne fu la morte di Accone,
presagio di quanto aspettarsi dovea ciasoun
principe nelle Gallie da Cesare (2) ; e il
primo efsetto fu F uccisione di quanti Ro-
mani trovavansi in Orleans (Genaburn) (5).
Cosi il principio di questo incendio fu ne’
Carnuti, ina s’ accrebbe tra gli Arverni, e
dilatossi quindi in quasi tutta la Gallia con-
tenuta tra 1 a Senna, la Sonna, le Geven-
ne,
(1) Macrobîo ne’ Saturnalî.
(2) De Bello Gallico, lib. YIL cap. 1,
(3) Ibid. cap. 2.
H h 3
&on liberi, nelle quotidiane loro novelle
fo^gie di vestirsi, di abitare, di seder, di
mangiare, di esprimersi e quasi fin di pen-
sare. Queste foggie a noi regolatamente
ogn’ anno inviano, delle quali noi siam co-
si vaghi, come già del belletto e del liscio
il furono le dame romane, cui dalle Gal-
le appresero (i).
Tale essendo la nalura di questi popoli,
non è maraviglia se i tumulti d’ Italia e di
Pioma a novelli moti gll eccitarono, e ad
aperta ribellione.
II pretesto ne fu la morte di Accone,
presagio di quanto aspettarsi dovea ciasoun
principe nelle Gallie da Cesare (2) ; e il
primo efsetto fu F uccisione di quanti Ro-
mani trovavansi in Orleans (Genaburn) (5).
Cosi il principio di questo incendio fu ne’
Carnuti, ina s’ accrebbe tra gli Arverni, e
dilatossi quindi in quasi tutta la Gallia con-
tenuta tra 1 a Senna, la Sonna, le Geven-
ne,
(1) Macrobîo ne’ Saturnalî.
(2) De Bello Gallico, lib. YIL cap. 1,
(3) Ibid. cap. 2.
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