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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. I
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Müntz, Eugène: L' Oreficeria a Roma, [1]: durante il regno di Clemente VII (1523-1534)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0041

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G. b. toschi

U)

vinare nell'Antelami l'autore di tante altre ligure così arditamente nuove e piacenti. Anche nelle
figure di Gesù bambino la pesantezza del capo e il realismo accigliato dei tratti che si ripetono
in tutte, così a Parma come a Borgo, porgono una nuova prova dell'identità del loro autore,
e mostrano l'influenza dell'arte bizantina, la quale diede spesso al bambino Gesù tali carat-
teri. Ma dei rapporti fra l'Antelami e l'arte o maniera bizantina si dirà qualche cosa più innanzi.

Ma l'Antelami e chi gli commise la decorazione della facciata non poteva dimenticare il
santo martire, sul cui sepolcro fu edificato il tempio. E le storie della sua vita vedonsi rap-
presentate su d'un fregio che col suo mezzo forma l'architrave della porta maggiore; con-
tinuano nella strombatura dividendo le colonnine diritte dai cordoni che si curvano a formarne
l'arco, secondo lo stile dell' architettura romanica; e si prolungano anche ai lati, fuori del
pronao, sopra le nicchie colle statue di Davide e d'Ezechiele che abbiamo descritto. Gli episodi
della leggenda si seguono senza divisione alcuna e sono rappresentati a bassorilievo, le ligure
occupando l'intera altezza del fregio. Dapprima vedesi l'incoronazione dell'imperatore Massi-
miano, la cui corona aveva in custodia San Donnino; poscia il santo con due suoi compagni che
chiede all'imperatore, seduto in trono, la licenza di partire dalla corte per servire a Dio, il qual
fatto però non si accorderebbe colla narrazione accettata dalla chiesa. In alcune di queste figure
le iridi degli occhi paiono davvero occhiali ; le teste sono pesanti, ma vivaci. Si vede poi Mas-
simiano seduto che, lisciandosi la barba, medita sulla fuga de' suoi soldati cristiani, i quali si
vedono lì presso andarsene in fila, sempre più coperti da un dosso di monte, che indica i luoghi
impervi da loro percorsi per non essere raggiunti: qui sono degne d'attenzione le barbe dei
fuggiaschi, non rappresentate con solchi troppo uniformi come altrove, ma svariate e mosse in
modo nuovo. Le storie dell'architrave in continuazione di queste cominciano con una delle
goffaggini proprie dell'arte nell'infanzia: una torre alta come le figure umane, alle cui fine-
stre s'affacciano grosse teste di prigionieri ; e che siano tali dimostra la gran porta chiusa a
catenaccio, posta al piede della torre. Presso questa corrono due guerrieri a cavallo colla
spada sguainata, inseguendo il santo pure a cavallo, non armato d' altro che d'una crocetta.
Una seconda torre con altri prigionieri alle finestre accenna alla continuata cattura di altri
fuggiaschi, e due nuovi guerrieri a cavallo mostrano la continuazione dell'inseguimento del
santo. Nelle gambe dei cavalli correnti lo scultore volle indicare troppo la muscolatura, che
rappresentò alla guisa delle sculture assire, nè si direbbe opera di chi seppe eseguire i bellis-
simi animali del Battistero di Parma. Dopo viene la Decapitazione del santo, di cui due angeli a
volo sono scesi a raccogliere il capo reciso : questi angeli possono considerarsi come una
firma dell'Antelami, che ne fece dei somiglianti a Parma tanto nel Battistero quanto in Duomo,
ed altri somiglianti se ne vedono a Borgo. All'estremità dell'architrave fu rappresentato il santo
che col proprio capo fra le mani attraversa il Sisterione. Continua poi la serie delle storie
colla rappresentazione dei miracoli che per brevità si omettono.

Uno di questi miracoli si trova ripetuto sul pronao della porta piccola di sinistra, insieme
ad alcune altre storie. Non si comprende la ragione di tale replica; osservo solo che queste
figure, come altre del medesimo lato sinistro della facciata, rappresentanti in tre episodi la
storia dei Re Magi, sono più sproporzionate e difettose di quelle descritte fino ad ora, benché
vi si notino molti dei caratteri propri all'Antelami : ne manca tuttavia uno, ed è la confor-
mazione degli occhi, i quali hanno la pupilla raffigurata da un foro. Queste parti possono quindi
credersi eseguite da uno scolaro, che avrà forse aiutato il maestro anche nell'architrave della
porta maggiore, ove notammo nelle gambe dei cavalli il difetto che si ripete in ugual modo
nei cavalli dei Re Magi in viaggio. Ad un artefice molto più scadente e da credersi ante-
riore devesi la Madonna circondata da fedeli che sta nella lunetta della medesima porta di sinistra.

Nel timpano della porta di destra venne rappresentato un santo vescovo seduto di fronte
e a rilievo molto schiacciato, superando felicemente gravi difficoltà. Nella lunetta sottoposta
 
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