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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. I
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Gnoli, Domenico: Le opere di Donatello in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0047

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ARCHIVIO STORICO DELL'ARTE

25

del Sacramento o Ciborio, con queste parole : " e quelle studiando (le cose degli antichi) lavorò
di pietra in quel tempo un Tabernacolo del Sacramento che hoggidi si trova in San Pietro. „ 1

Questo Tabernacolo non dovette esser fatto per San Pietro ; poiché il dire che hoggidi
ci si trova, è come dire che non ci si trovava prima. Esso fu eseguito probabilmente per la
chiesa di Santa Maria della Febbre, che era congiunta a quella di San Pietro, il che è reso
credibile dal trovarsi appunto quella immagine sullo sportello del Tabernacolo ; 2 e dovette
essere trasportato in San Pietro quando la chiesa di Santa Maria della Febbre fu volta in uso
di sacrestia. Certo s'inganna il Bottari nel dire che il Tabernacolo di Donatello a San Pietro
fu tolto di posto per sostituirvi quello del Bernini che c'è tuttora; poiché fin dal tempo del
Vasari, come narra altrove egli stesso, il ciborio di Donatello non vi era in uso, ma ce n'era
un altro molto grazioso, disegnato da Baldassarre Peruzzi, al quale, sotto Clemente X, fu sostituito
quello del Bernini. Nello scorso secolo poi, quando Pio VI edificò la sacrestia nuova, il Ta-
bernacolo di Donatello fu murato nella cappella de'Beneficiati, incontro all'altare, ed ivi stette
dimenticato, finche lo Schmarsow lo riconobbe, e nello scorso anno lo pubblicò ed illustrò.3
Questa bella opera, se, come nota giustamente lo Schmarsow, segna un punto importante nella
vita artistica di Donatello, e per la larghezza dello stile e perchè vi si trovano certi concetti
svolti poi in opere posteriori di lui, non ci rivela però tutto quello studio e quella imitazione
dell'antico di cui parla il Vasari, e che pareva dovesse aspettarsi dalle sue opere eseguite in
Roma. Nota lo Tschudi che il ricercare l'ignudo nelle figure incomincia dalla seconda sua venuta
in Roma, e domina nelle opere del quarto periodo. Ma qui, quegli angeletti aggruppati sui
piedistalli e vestiti di lunghe tuniche che lasciano vedere solo un po' di gamba, quel basso-
rilievo che simula l'effetto della pittura, quello studio di rendere nel movimento drammatico
delle persone e nell'atteggiamento dei volti le passioni dell'animo piuttosto che la bellezza estetica
della forma, dimostrano che l'autore, benché risentisse l'influenza dell'arte classica, non era
però dominato da quella ; e perciò è credibile che la sua opera fosse eseguita nel primo
tempo del suo soggiorno in Roma.

Lo Tschudi, così nella fattura come nei costumi e nei tipi delle figure, trova grande analogia
tra il bassorilievo rappresentante la Deposizione, che è nel Tabernacolo di San Pietro, ed un
altro, pure di Donatello, rappresentante la consegna delle chiavi a san Pietro, che oggi è nel
South-Kensingion Museum di Londra. Per questo e pel soggetto che esce dal genere delle
opere scultorie fiorentine, egli opina che il bassorilievo di Londra possa appartenere al periodo
romano. E veramente in tutto romano è il soggetto. Nel magnifico Tabernacolo di Sisto IV che or-
nava l'altare di san Pietro in Vaticano, era appunto un bassorilievo, conservato ora nelle Grotte
vaticane, rappresentante Gesù seduto che consegna le chiavi a san Pietro, il quale inginoc-
chiato le riceve, e dietro a lui in piedi gli apostoli. Anche nel bassorilievo di Donatello abbiamo
gli apostoli presenti alla consegna delle chiavi. Congiunte pertanto le ragioni d'analogia stilistica
e del soggetto, è assai credibile che questo bassorilievo sia stato eseguito in Roma per la chiesa
di San Pietro, e di là, in seguito alla distruzione della vecchia basilica, sia passato in casa

1 II Semper, (Donatello's Leben und Werke. Innsbruk, 188 7), lo dice Travertinaìtar; ma realmente è un
ciborio di marmo lunense.

2 L'immagine dipinta sullo sportello fu pubblicata dal Cancellieri nella sua opera De Secreiariis novae
hasilicae vaticanae (Lib. II, pag. 1319), con questa iscrizione: Effìgies D. N. Mariae febrifugae, in aede ro-
timela veterìs Sacrarli primitus eulta... mino in Cellam Sacrarli Beneficiarie-rum translata.

Il Cancellieri s'accorse che quell" immagine, che è dipinta sul muro e non corrisponde alla misura della
cornice, vi fu adattata posteriormente, e che il tabernacolo dovette in origine essere un ciborio, ma non pensò
al ciborio di Donatello, di cui parla il Vasari.

3 Donatello, Eine Studie iiber den Entwicklungsgang des Kiinstlers und die Reihenfolge seiner
Werke, von August Schmarsow. Breslau, 1886.
 
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