AKCHIVIO STORICO DELL'ARTE
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legno, se di ciò non avesse trovato un qualche documento. Infine, di questo Donato ne sap-
piamo così poco, che ogni giudizio sarebbe temerario; ma, fino a prova contraria, mi pare
ch'egli possa ritenersi autore di quella statua.
Secondo il Titi, diligente illustratore delle chiese romane, due altre opere di Donatello si
avrebbero in Roma; cioè una testa nel deposito a mano destra della porta maggiore nella
chiesa della Minerva, e la figura di profilo del canonico Morosini, in una sepoltura nel pa-
vimento di Santa Maria Maggiore.
Alla Minerva, nel restauro eseguito sotto il pontificato di Pio IX, tutte le sepolture fu-
ron levate di posto : e non indicandosi dal Titi nè dagli altri che lo copiarono, in qual
monumento fosse quella testa, e se d'uomo o di donna, di fanciullo o di vecchio, manca ogni
traccia per farne indagine. Certo è che di tutti i sepolcri di quella chiesa che han teste e
figure scolpite, nessuna ce n' è che per l'età o per lo stile possa credersi di Donatello. Ma
considerando come lo stile del maestro fiorentino fosse sconosciuto a Roma, e come, fino agli
ultimi tempi, con molta facilità si attribuissero a lui le sculture di bassissimo rilievo a modo
di medaglie di bronzo, dubito che la testa a cui accenna il Titi sia quella che si trova sul mo-
numento di Cherubino Bonanno, che anche oggi è presso la porta della chiesa, ma a sinistra.
E un medaglione con una bella testa barbuta, a rilievo così basso che par dipinta a chiaro-
scuro. Essa però fa parte, senza alcun dubbio, del monumento del Bonanno, morto nel 1546.
A Santa Maria Maggiore poi, non esiste, nè in chiesa, nè in sacrestia, nè nella scala dove
sono stati raccolti molti antichi monumenti, alcuna figura di profilo o iscrizione col nome di
Morosini, nè si ritrova un tal nome nelle Iscrizioni del Forcella. Sotto Benedetto XIV il vecchio
pavimento delle navate laterali fu messo a soqquadro, e forse la pietra sepolcrale del Morosini
fu voltata e rimessa in opera nel nuovo pavimento. Non potrei dire se essa o fosse attri-
buita a Donatello per la maniera della scultura, ovvero, come la sepoltura del Crivelli al-
l'Aracoeli, portasse il nome dello scultore.
Il Semper indica in Roma due altre opere che hanno i caratteri dell'arte di Donatello;
cioè una testa di ragazza nel palazzo Barberini, e un San Giovanni posseduto dal pittore Van-
nutelli ; ma queste opere, quando pure appartenessero a lui, escono dal mio argomento ; poiché,
ignorandosene la provenienza, potrebbero essere state eseguite così in Roma come altrove. Solo,
quanto alla testa di fanciulla del palazzo Barberini, debbo dolermi ch'essa sia stata rimossa
dal suo posto e non si lasci più vedere a nessuno.
Le opere certe di Donatello in Roma, finché almeno gli Archivi delle chiese restino im-
penetrabili agli studiosi, non rimangono dunque che due, cioè : il ciborio di San Pietro e la
sepoltura del Crivelli, alle quali deve con molta probabilità aggiungersi il bassorilievo esi-
stente a Londra. Delle sepolture della Minerva e di Santa Maria Maggiore non sappiamo
nulla; e quanto alla statua del Battista, rotto il mistero che l'avvolgeva, ciascuno ormai potrà
giudicare da sè se debba essere cancellata dal novero delle opere di Donatello.
D. GrNOLI.
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legno, se di ciò non avesse trovato un qualche documento. Infine, di questo Donato ne sap-
piamo così poco, che ogni giudizio sarebbe temerario; ma, fino a prova contraria, mi pare
ch'egli possa ritenersi autore di quella statua.
Secondo il Titi, diligente illustratore delle chiese romane, due altre opere di Donatello si
avrebbero in Roma; cioè una testa nel deposito a mano destra della porta maggiore nella
chiesa della Minerva, e la figura di profilo del canonico Morosini, in una sepoltura nel pa-
vimento di Santa Maria Maggiore.
Alla Minerva, nel restauro eseguito sotto il pontificato di Pio IX, tutte le sepolture fu-
ron levate di posto : e non indicandosi dal Titi nè dagli altri che lo copiarono, in qual
monumento fosse quella testa, e se d'uomo o di donna, di fanciullo o di vecchio, manca ogni
traccia per farne indagine. Certo è che di tutti i sepolcri di quella chiesa che han teste e
figure scolpite, nessuna ce n' è che per l'età o per lo stile possa credersi di Donatello. Ma
considerando come lo stile del maestro fiorentino fosse sconosciuto a Roma, e come, fino agli
ultimi tempi, con molta facilità si attribuissero a lui le sculture di bassissimo rilievo a modo
di medaglie di bronzo, dubito che la testa a cui accenna il Titi sia quella che si trova sul mo-
numento di Cherubino Bonanno, che anche oggi è presso la porta della chiesa, ma a sinistra.
E un medaglione con una bella testa barbuta, a rilievo così basso che par dipinta a chiaro-
scuro. Essa però fa parte, senza alcun dubbio, del monumento del Bonanno, morto nel 1546.
A Santa Maria Maggiore poi, non esiste, nè in chiesa, nè in sacrestia, nè nella scala dove
sono stati raccolti molti antichi monumenti, alcuna figura di profilo o iscrizione col nome di
Morosini, nè si ritrova un tal nome nelle Iscrizioni del Forcella. Sotto Benedetto XIV il vecchio
pavimento delle navate laterali fu messo a soqquadro, e forse la pietra sepolcrale del Morosini
fu voltata e rimessa in opera nel nuovo pavimento. Non potrei dire se essa o fosse attri-
buita a Donatello per la maniera della scultura, ovvero, come la sepoltura del Crivelli al-
l'Aracoeli, portasse il nome dello scultore.
Il Semper indica in Roma due altre opere che hanno i caratteri dell'arte di Donatello;
cioè una testa di ragazza nel palazzo Barberini, e un San Giovanni posseduto dal pittore Van-
nutelli ; ma queste opere, quando pure appartenessero a lui, escono dal mio argomento ; poiché,
ignorandosene la provenienza, potrebbero essere state eseguite così in Roma come altrove. Solo,
quanto alla testa di fanciulla del palazzo Barberini, debbo dolermi ch'essa sia stata rimossa
dal suo posto e non si lasci più vedere a nessuno.
Le opere certe di Donatello in Roma, finché almeno gli Archivi delle chiese restino im-
penetrabili agli studiosi, non rimangono dunque che due, cioè : il ciborio di San Pietro e la
sepoltura del Crivelli, alle quali deve con molta probabilità aggiungersi il bassorilievo esi-
stente a Londra. Delle sepolture della Minerva e di Santa Maria Maggiore non sappiamo
nulla; e quanto alla statua del Battista, rotto il mistero che l'avvolgeva, ciascuno ormai potrà
giudicare da sè se debba essere cancellata dal novero delle opere di Donatello.
D. GrNOLI.