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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. I
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Il restauro della chiesa di San Francesco in Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0056

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ARCHIVIO STORICO DELL'ARTE

Francesco d'Assisi l'ascendentalità dello stile ogivale, come consona espressione delle sue estasi
mistiche, nella semplicità e nudità decorativa che le nuove forme architettoniche concedevano
e che furono poi effettivamente sanzionate nel Capitolo generale di Narbona del 1260.

Premesse queste considerazioni necessarie a spiegare come nella chiesa di San Francesco
lo stile ogivale si presenti ex-abrupto tutto di un pezzo e senza forme speciali di transizione,
e premessa pure una minuta indagine riguardo all'architetto della chiesa - indagine, che, per
scarsità ed incertezza di documenti, non arriva a mettere avanti con sicurezza un nome - il
Rubbiani passa alla descrizione del monumento. Prendendo in esame le principali dimensioni
delle navate, si propone innanzi tutto di trovare quale possa essere lo schema geometrico
cui si è informata la costruzione del San Francesco. Già ebbi occasione di rilevare, in una
recente pubblicazione sulla Teoria del Duomo di Milano, come riguardo alle regole geome-
triche che si ritengono adottate dagli architetti, tanto dell'antichità che del medio-evo, manchi
ancora uno studio definitivo che tratti a fondo il difficile argomento, e permetta di coordinarvi
tutte le osservazioni e gli studi fatti sui monumenti; questa lacuna fa sì che le osservazioni
esposte dal Rubbiani riguardo all'ascendere ad quadratum o ad triangulimi del S. Francesco
non possano arrivare ad un risultato positivo : ad ogni modo vanno a rafforzare il già ricco
materiale d'indagini da cui potrà scaturire quello studio riassuntivo che ancor si attende
riguardo alle regole geometriche delle costruzioni.

Più efficace ed evidente riesce l'analisi che il Rubbiani imprende delle varie parti della
chiesa, analisi che, illustrata abbondantemente e con molta sagacia dai documenti, ricostituisce,
malgrado i deturpamenti sopravvenuti, la struttura primitiva del S. Francesco negli elementi
suoi essenzialmente organici ; e cioè la nave principale e la trasversa o transept, l'abside col
giro o pourtover di cappelle, il fianco, e infine la facciata, davanti la quale il Rubbiani si
sofferma con particolare compiacenza. Egli non ha mancato, fin dalle prime pagine, di rile-
vare l'incertezza di stile che vi domina, e che accusa una diversità di epoca fra il corpo
della chiesa e la facciata : di questa ora analizza tutti i particolari con somma diligenza, e
direi quasi con una certa virtuosità: il che osservo, perchè sono appunto alcune asserzioni
messe avanti francamente a proposito della facciata, quelle che hanno dato argomento ad una
critica vivace che il signor Cattaneo sollevò in un opuscolo recentemente pubblicato intorno
ai restauri del San Francesco di Bologna. Il Rubbiani, a proposito delle sculture simboliche che
si veggono infisse ai lati della porta principale, rileva opportunamente l'errore in cui era
caduto fra Bocconcini nel ravvisarvi due sepolture: proponendosi egli di trovarne per conto pro-
prio le ragioni e il significato, mise innanzi l'opinione che tale decorazione dovesse annunciare,
per via di scene simboliche, la religione francescana e la virtù della vita monastica perfetta.

Ora, raffermare che nello stile ogivale, alle sculture rappresentative fossero di sovente
preferiti i simboli, e ciò per dare un particolare significato alle accennate sculture del San Fran-
cesco, è alquanto azzardato ; rappresentazioni simboliche simili a quella della fronte del
San Francesco si veggono, anche accoppiate a sculture figurative, in edificii molto anteriori
al XIII secolo, e costituiscono un vero elemento dell' influenza bizantina : basta citare gli
esempi di Venezia, Murano, Torcello e così via. Il Cattaneo quindi, col dichiarare esplicita-
mente che tali sculture debbano ritenersi anteriori alla costruzione della chiesa, e vi rappre-
sentino una decorazione di carattere frammentario, esprime una opinione che, a mio avviso,
non manca di fondamento. Così essendo le cose, e poiché queste ricostituzioni frammentarie
debbono essere interpretate con molto riserbo, giacché bene spesso sono l'opera di un intento,
o fors'anco di un capriccio artistico, anziché il risultato di un concetto religioso, quale può
risultare dalla combinazione dei frammenti, ne risulta che il Rubbiani ha ecceduto alquanto
nel voler attribuire alla decorazione simbolica della porta un significato troppo categorico e
troppo collegato collo spirito monastico che innalzava la chiesa : non si può tuttavia escìu-
 
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